NN 1-2 gennaio-aprile 2018
L'Amore più grande
Carissimi tutti del Partecipa anche tu!
GRAZIE per la vostra e-mail e le vostre belle parole. Qualche giorno fa ho spedito una lettera con alcune foto e spero che arrivi presto così potrete vedere come proseguono i lavori di costruzione della chiesa parrocchiale. Ora siamo nel pieno dell’inverno e sepolti da tonnellate di neve. Quando guardo fuori dalla finestra, non vedo che una distesa di neve bianca come il latte e avvolta dalla nebbia. La prossima settimana la temperatura dovrebbe migliorare e gli operai potranno riprendere la costruzione della chiesa. Questa sera abbiamo iniziato il ritiro parrocchiale che durerà tre giorni e i bambini hanno letto le meditazioni della Via Crucis nella nostra cappella. Ho passato gli ultimi due giorni qui a Gatowo con padre Marian, padre Pietro e suo Eligia: ogni mese, infatti, facciamo un giorno di ritiro; c’erano anche padre Gennady e alcune suore di Wasyliszki. Padre Pietro (il sacerdote che aiuta padre Marian a Scilovici) non sta per nulla bene e sta pensando di ritornare definitivamente in Polonia. Padre Marian naturalmente è dispiaciuto e preoccupato perché rimarrebbe da solo in parrocchia con tanto lavoro da fare. Il passaggio dall’inverno alla primavera è molto difficile quest’anno, ma cercheremo di farcela nel migliore dei modi. La settimana prossima guiderò un ritiro parrocchiale in Polonia e saremo di ritorno tre giorni prima della domenica delle Palme e spero di avere un po’ di tempo per scrivervi ancora. Per ora ringrazio tutti voi per il servizio che svolgete nel “Partecipa anche tu!”. Grazie per essere vicini ai poveri e anche a noi.
Vi abbraccio con affetto.
La mia preghiera per voi tutti.
Padre Cristoforo
8 marzo 2018
PACE A VOI
“La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano
i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!’” (Gv 20,19).
Nel Vangelo di Giovanni così si conclude il grande giorno di Pasqua. Molte cose erano accadute. Maria Maddalena
di buon mattino era accorsa al sepolcro, aveva trovato la tomba vuota e aveva ascoltato il timbro inconfondibile
della voce del Maestro che la chiamava “Maria!” (Gv 20,16). Anche Pietro era accorso al sepolcro
vuoto insieme a Giovanni che, osservando col cuore dell’amato, “vide e credette” (Gv 20,8). Gesù stesso si era
misteriosamente associato a due discepoli sulla via di Emmaus, mentre si allontanavano dalla città “col volto
triste” (Lc 24,17). Correva anche notizia che Gesù fosse “apparso a Simone” (Lc 24,34).
Giorno dunque di avvenimenti concitati e pieni di speranza!
Gesù poi appare agli Undici per dare la conferma defi nitiva e irrevocabile degli eventi accaduti: “Guardate le
mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete
che io ho” (Lc 24,39) e mangia con loro. Gli apostoli assistettero così al più sconvolgente avvenimento della
storia: la Risurrezione del Signore, vincitore della morte. Questa esperienza è la nostra grande certezza: Cristo
è risorto! È veramente risorto! Alleluia!
E Gesù in quell’incontro ha portato ai suoi discepoli il suo dono, frutto del suo sacrifi cio: “Vi lascio la pace,
vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” (Gv 14,27), perché nasce dal perdono offerto al buon
ladrone sulla croce: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). Dobbiamo rifl ettere seriamente
su questa pace che invochiamo e diamo magari un po’ distrattamente al nostro vicino in ogni S. Messa:
ordine con chi, con che cosa?
Con chi? Anzitutto verso Dio, nostro Creatore e Redentore. Dio deve essere sempre messo al primo posto,
senza anteporre nulla a Lui. È il senso del primo comandamento: “Non avrai altro Dio fuori di me”. Signifi ca la
condanna agli idoli. Oggi si dice che gli idoli sono il potere, il denaro e il piacere. Ma se ci pensiamo bene il primo
idolo è il nostro orgoglio: l’amore di sé che può arrivare fi no al disprezzo o alla dimenticanza della legge di Dio:
per avere la pace, quindi, è necessario essere nel giusto rapporto di obbedienza a Dio.
Con che cosa? La pace richiede sempre un ordine fraterno con il nostro prossimo. Penso al rapporto
di rispetto dei fi gli verso i genitori e viceversa. Penso al rapporto di lealtà verso coloro che occupano posizioni
di responsabilità e viceversa. Invece assistiamo a tensioni, divisioni, denigrazioni continue. Non riusciamo più a
vedere l’immagine di Dio sul volto del prossimo e diventiamo diffidenti, sospettosi, incapaci a volte di sincera e
disinteressata collaborazione.
Forse che non riusciamo a mettere ordine nel nostro cuore? Penso a tante situazioni di incertezza, di paura, di
ansia. A volte abbiamo difficoltà a moderare e mettere ordine nei nostri desideri e, come dire, abitiamo male in
noi stessi e siamo tentati di evadere in continue esperienze. La pace viceversa è l’equilibrio della mente e degli
affetti ed è frutto di un’educazione al controllo di sé. Papa Francesco ci ricorda anche che non meno importante
per la pace è il giusto equilibrio con la natura, i suoi ritmi e le sue leggi che i contadini, per esempio, a contatto
con le leggi delle stagioni, imparano a gustare via via come tempo dell’attesa, della fi ducia, dello scandire
del tempo. La tecnologia, invece, tenta di far credere che non esiste un ordine naturale, un ritmo delle cose e ha
preteso di imporre un suo ritmo in tutto, schiacciando l’uomo, il lavoro, le relazioni sociali.
Saremo capaci di riconciliarci con tutto questo? Solo così avremo questa Pace, bene supremo che guarda
al Creato e ai fratelli – soprattutto ai poveri – con amore più grande dei nostri limiti, perché deriva dal
nostro Padre celeste.
Buona Pasqua!
Alberto Torre
Presidente
GRAZIE per la vostra e-mail e le vostre belle parole. Qualche giorno fa ho spedito una lettera con alcune foto e spero che arrivi presto così potrete vedere come proseguono i lavori di costruzione della chiesa parrocchiale. Ora siamo nel pieno dell’inverno e sepolti da tonnellate di neve. Quando guardo fuori dalla finestra, non vedo che una distesa di neve bianca come il latte e avvolta dalla nebbia. La prossima settimana la temperatura dovrebbe migliorare e gli operai potranno riprendere la costruzione della chiesa. Questa sera abbiamo iniziato il ritiro parrocchiale che durerà tre giorni e i bambini hanno letto le meditazioni della Via Crucis nella nostra cappella. Ho passato gli ultimi due giorni qui a Gatowo con padre Marian, padre Pietro e suo Eligia: ogni mese, infatti, facciamo un giorno di ritiro; c’erano anche padre Gennady e alcune suore di Wasyliszki. Padre Pietro (il sacerdote che aiuta padre Marian a Scilovici) non sta per nulla bene e sta pensando di ritornare definitivamente in Polonia. Padre Marian naturalmente è dispiaciuto e preoccupato perché rimarrebbe da solo in parrocchia con tanto lavoro da fare. Il passaggio dall’inverno alla primavera è molto difficile quest’anno, ma cercheremo di farcela nel migliore dei modi. La settimana prossima guiderò un ritiro parrocchiale in Polonia e saremo di ritorno tre giorni prima della domenica delle Palme e spero di avere un po’ di tempo per scrivervi ancora. Per ora ringrazio tutti voi per il servizio che svolgete nel “Partecipa anche tu!”. Grazie per essere vicini ai poveri e anche a noi.
Vi abbraccio con affetto.
La mia preghiera per voi tutti.
Padre Cristoforo
8 marzo 2018
PACE A VOI
“La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano
i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!’” (Gv 20,19).
Nel Vangelo di Giovanni così si conclude il grande giorno di Pasqua. Molte cose erano accadute. Maria Maddalena
di buon mattino era accorsa al sepolcro, aveva trovato la tomba vuota e aveva ascoltato il timbro inconfondibile
della voce del Maestro che la chiamava “Maria!” (Gv 20,16). Anche Pietro era accorso al sepolcro
vuoto insieme a Giovanni che, osservando col cuore dell’amato, “vide e credette” (Gv 20,8). Gesù stesso si era
misteriosamente associato a due discepoli sulla via di Emmaus, mentre si allontanavano dalla città “col volto
triste” (Lc 24,17). Correva anche notizia che Gesù fosse “apparso a Simone” (Lc 24,34).
Giorno dunque di avvenimenti concitati e pieni di speranza!
Gesù poi appare agli Undici per dare la conferma defi nitiva e irrevocabile degli eventi accaduti: “Guardate le
mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete
che io ho” (Lc 24,39) e mangia con loro. Gli apostoli assistettero così al più sconvolgente avvenimento della
storia: la Risurrezione del Signore, vincitore della morte. Questa esperienza è la nostra grande certezza: Cristo
è risorto! È veramente risorto! Alleluia!
E Gesù in quell’incontro ha portato ai suoi discepoli il suo dono, frutto del suo sacrifi cio: “Vi lascio la pace,
vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” (Gv 14,27), perché nasce dal perdono offerto al buon
ladrone sulla croce: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). Dobbiamo rifl ettere seriamente
su questa pace che invochiamo e diamo magari un po’ distrattamente al nostro vicino in ogni S. Messa:
ordine con chi, con che cosa?
Con chi? Anzitutto verso Dio, nostro Creatore e Redentore. Dio deve essere sempre messo al primo posto,
senza anteporre nulla a Lui. È il senso del primo comandamento: “Non avrai altro Dio fuori di me”. Signifi ca la
condanna agli idoli. Oggi si dice che gli idoli sono il potere, il denaro e il piacere. Ma se ci pensiamo bene il primo
idolo è il nostro orgoglio: l’amore di sé che può arrivare fi no al disprezzo o alla dimenticanza della legge di Dio:
per avere la pace, quindi, è necessario essere nel giusto rapporto di obbedienza a Dio.
Con che cosa? La pace richiede sempre un ordine fraterno con il nostro prossimo. Penso al rapporto
di rispetto dei fi gli verso i genitori e viceversa. Penso al rapporto di lealtà verso coloro che occupano posizioni
di responsabilità e viceversa. Invece assistiamo a tensioni, divisioni, denigrazioni continue. Non riusciamo più a
vedere l’immagine di Dio sul volto del prossimo e diventiamo diffidenti, sospettosi, incapaci a volte di sincera e
disinteressata collaborazione.
Forse che non riusciamo a mettere ordine nel nostro cuore? Penso a tante situazioni di incertezza, di paura, di
ansia. A volte abbiamo difficoltà a moderare e mettere ordine nei nostri desideri e, come dire, abitiamo male in
noi stessi e siamo tentati di evadere in continue esperienze. La pace viceversa è l’equilibrio della mente e degli
affetti ed è frutto di un’educazione al controllo di sé. Papa Francesco ci ricorda anche che non meno importante
per la pace è il giusto equilibrio con la natura, i suoi ritmi e le sue leggi che i contadini, per esempio, a contatto
con le leggi delle stagioni, imparano a gustare via via come tempo dell’attesa, della fi ducia, dello scandire
del tempo. La tecnologia, invece, tenta di far credere che non esiste un ordine naturale, un ritmo delle cose e ha
preteso di imporre un suo ritmo in tutto, schiacciando l’uomo, il lavoro, le relazioni sociali.
Saremo capaci di riconciliarci con tutto questo? Solo così avremo questa Pace, bene supremo che guarda
al Creato e ai fratelli – soprattutto ai poveri – con amore più grande dei nostri limiti, perché deriva dal
nostro Padre celeste.
Buona Pasqua!
Alberto Torre
Presidente