NN 3-4 maggio-agosto 2017
DON GUIDO LA PASSIONE DELLA CARITÀ
DON GUIDO, NOI PARTECIPIAMO!
Protagonisti di un progetto di amore
Un ritornello si ripete in tanti articoli che don Guido ha scritto nel corso degli anni per questa pubblicazione: “Partecipa anche tu!”. Incalzante, adrenalinico, insistente e fiducioso come la vedova del Vangelo.
Ora, a distanza di tanti anni, quelle tre parole, che sono il nome della nostra associazione, che sono la nostra identità, scritte da don Guido trasmettono nuovamente l’entusiasmo degli anni della “giovinezza” del PAT, lo slancio missionario, l’invito alla carità operosa e fattiva che don Guido non mancava di pungolare nelle coscienze.
Sono altresì una sollecitazione, a volte perfino un monito. “Partecipa anche tu!”, non stare a guardare, non lasciare che la vita, gli accadimenti, la storia sfilino davanti ai tuoi occhi come su uno schermo televisivo, come una realtà virtuale di assurdi giochi di ruolo che ci rubano l’umanità; sii protagonista, non lasciare che altri ti depredino del tuo unico e insostituibile ruolo, del tuo compito, del disegno che il Creatore ha per te.
Nella storia ci siamo noi, ora, ci sono io; hic et nunc ‒ qui ed ora ‒ vive il cristiano, nell’oggi “gioca la sua partita”, nell’oggi solo può essere testimone, non nei rimpianti di ieri o nelle vaghe speranze e propositi di un domani quanto mai incerto e tutt’altro che prevedibile.
Scrivere di don Guido oggi, a 20 anni dalla sua morte, è prima di tutto fare memoria, parola a lui così cara. La memoria è viva, custodisce le radici, gli ideali, i progetti, la memoria è il tesoro inesauribile da spendere nel presente per costruire un futuro.
È gratitudine per quanto ha fatto per il PAT: lo ha voluto fortemente, insieme a Mario, Emy, don Lino, il Dott. Azzimondi, Paolo… senza fare torto a coloro che non vengono qui citati; lo ha amato, lo ha costruito e ispirato come assistente spirituale, lo ha fatto conoscere, lo ha “promosso” perché attraverso la carità tanti potessero toccare con mano, nella carne, il vero volto di Cristo: coloro che la carità la fanno (ricevendo ben più di quello che danno) e coloro che la ricevono, restituendo già ora il centuplo.
Un punto fermo, la carità: a partire dal 1969 nella parrocchia di San Giovanni in Persiceto e poi qui a Ozzano, con il “Partecipa anche tu!”, passando attraverso il sacrificio innocente delle 85 vittime della strage alla stazione di Bologna da cui scaturì la risposta missionaria del nostro gruppo.
Una profondissima fede, nutrita di incessante preghiera. Una fede che lo portava a sfidare la Provvidenza e a sollecitare i cristiani a sfidarla. Nel primo numero del nostro giornalino, nel 1985, don Guido scriveva: “Gesù cerca gente che faccia i conti alla Provvidenza! 5 pani e 2 pesci. Questo nulla regalato a Gesù sfama tutti e lascia come fondo cassa dodici ceste di avanza! Questa è la matematica di Dio! Se vuoi avere ‘interessi’ presso Dio e presso gli uomini, PARTECIPA ANCHE TU!”.
Queste tre parole che don Guido amava ripetere sono la sua eredità spirituale, di cui abbiamo cercato di essere custodi, seppur con i nostri limiti, in questi anni: parole scritte non solo sulla carta ma anche nei nostri cuori, dove il PAT occupa un posto speciale, perché ci consente di farci vicini ai poveri, “regalo” a noi ricchi per guadagnarci il Regno dei Cieli.
Protagonisti di un progetto di amore
Un ritornello si ripete in tanti articoli che don Guido ha scritto nel corso degli anni per questa pubblicazione: “Partecipa anche tu!”. Incalzante, adrenalinico, insistente e fiducioso come la vedova del Vangelo.
Ora, a distanza di tanti anni, quelle tre parole, che sono il nome della nostra associazione, che sono la nostra identità, scritte da don Guido trasmettono nuovamente l’entusiasmo degli anni della “giovinezza” del PAT, lo slancio missionario, l’invito alla carità operosa e fattiva che don Guido non mancava di pungolare nelle coscienze.
Sono altresì una sollecitazione, a volte perfino un monito. “Partecipa anche tu!”, non stare a guardare, non lasciare che la vita, gli accadimenti, la storia sfilino davanti ai tuoi occhi come su uno schermo televisivo, come una realtà virtuale di assurdi giochi di ruolo che ci rubano l’umanità; sii protagonista, non lasciare che altri ti depredino del tuo unico e insostituibile ruolo, del tuo compito, del disegno che il Creatore ha per te.
Nella storia ci siamo noi, ora, ci sono io; hic et nunc ‒ qui ed ora ‒ vive il cristiano, nell’oggi “gioca la sua partita”, nell’oggi solo può essere testimone, non nei rimpianti di ieri o nelle vaghe speranze e propositi di un domani quanto mai incerto e tutt’altro che prevedibile.
Scrivere di don Guido oggi, a 20 anni dalla sua morte, è prima di tutto fare memoria, parola a lui così cara. La memoria è viva, custodisce le radici, gli ideali, i progetti, la memoria è il tesoro inesauribile da spendere nel presente per costruire un futuro.
È gratitudine per quanto ha fatto per il PAT: lo ha voluto fortemente, insieme a Mario, Emy, don Lino, il Dott. Azzimondi, Paolo… senza fare torto a coloro che non vengono qui citati; lo ha amato, lo ha costruito e ispirato come assistente spirituale, lo ha fatto conoscere, lo ha “promosso” perché attraverso la carità tanti potessero toccare con mano, nella carne, il vero volto di Cristo: coloro che la carità la fanno (ricevendo ben più di quello che danno) e coloro che la ricevono, restituendo già ora il centuplo.
Un punto fermo, la carità: a partire dal 1969 nella parrocchia di San Giovanni in Persiceto e poi qui a Ozzano, con il “Partecipa anche tu!”, passando attraverso il sacrificio innocente delle 85 vittime della strage alla stazione di Bologna da cui scaturì la risposta missionaria del nostro gruppo.
Una profondissima fede, nutrita di incessante preghiera. Una fede che lo portava a sfidare la Provvidenza e a sollecitare i cristiani a sfidarla. Nel primo numero del nostro giornalino, nel 1985, don Guido scriveva: “Gesù cerca gente che faccia i conti alla Provvidenza! 5 pani e 2 pesci. Questo nulla regalato a Gesù sfama tutti e lascia come fondo cassa dodici ceste di avanza! Questa è la matematica di Dio! Se vuoi avere ‘interessi’ presso Dio e presso gli uomini, PARTECIPA ANCHE TU!”.
Queste tre parole che don Guido amava ripetere sono la sua eredità spirituale, di cui abbiamo cercato di essere custodi, seppur con i nostri limiti, in questi anni: parole scritte non solo sulla carta ma anche nei nostri cuori, dove il PAT occupa un posto speciale, perché ci consente di farci vicini ai poveri, “regalo” a noi ricchi per guadagnarci il Regno dei Cieli.
Monica Monari